Virio Bresciani nasce a Pietrasanta il 28 agosto 1925. Suo padre Domenico è artigiano e scultore, capo studio presso la rinomata ditta Ferdinando palla di pietrasanta. La madre Ilda Garbati è sorella di Renato Garbati, valente pittore versiliese post impressionista. Dopo le scuole elementari frequenta la gloriosa Accademia di Pietrasanta, poi Istituto d’Arte, sotto la guida di prestigiosi maestri come Leone Tommasi e Augusto Boggiano. Il clima artistico di Pietrasanta con i secolari laboratori di sculture in marmo, le fonderie d’arte, le botteghe di mosaico imprime nella sua formazione giovanile il senso del rigore verso l’opera ben fatta, educandolo al primato assoluto del disegno. S’iscrive all’Accademia di Belle Arti di Firenze dove si diploma con lode nel 1953. Per un breve periodo frequenta lo studio del pittore Pietro Annigoni di cui ammira le straordinarie risorse tecnico espressive, ed incontra Primo Conti e Ottone Rosai. Ma l’ambiente fiorentino finisce per affascinarlo e disorientarlo al tempo stesso, temendo di cader nella tentazione di un facile manierismo accademico. Come altri giovani pittori della costa tirrenica nel 1958 si trasferisce a Milano, sentendo l’esigenza di adeguareil proprio linguaggio alle grandi mutazioni umane e sociali di una metropoli in pieno boom economico. Si avvicina allora sia ai motivi del Realismo esistenziale, sia a quelli della Nuova figurazione, ma rielaborandoli in uno stile personalissimo. Rientra in Versilia agli inizi degli anni ’70. E un suo schivo, tormentato e libero isolamento, seguita a leggere, con una grande lucidità, tutto l’aspro e l’umano che caratterizza la condizione dell’uomo oggi, la sua tragica solitudine, la sua illusione edonistica, i conflitti sociali e il degradarsi estetico del nostro rapporto con la natura e le cose. Si spegne a Pietrasanta 1l 29 luglio 2000.