Pierluigi Romani nasce a Lucca nel 1936 e studia presso il locale istituto d’Arte “A. Passaglia”; successivamente, si iscrive alla Scuola Fiorentina per la Pubblicità “Leonetto Cappiello”; l'inclinazione verso la pittura si manifestò fin da bambino: disegnare e colorare era per lui il momento più felice delle sue giornate. Nel 1954 iniziano i suoi contatti con l'arte, con la partecipazione alla vita artistica in Italia, contatti mai interrotti ad oggi; è quello un periodo difficile della sua vita, segnato da una seria crisi familiare per la morte del padre, che cambia radicalmente le aspettative del suo cammino: anni di rinunce quotidiane, di speranze, di forti ideali e di scelte forzatamente obbligate. Nel 1958 entra, come insegnante di materie artistiche, alla scuola di appartenenza, restandovi fino al 1981; sorretto dalla sua vocazione e forza di volontà, continua a disegnare, a dipingere e ad imbastire relazioni. L'attività, gradualmente, si intensifica: ne è testimone la presenza, sempre più incalzante, alle rassegne d'arte, ai premi nazionali, alle mostre collettive e di gruppo, alle fiere internazionali come Bologna, Bari, Torino, Roma, Miami in Florida e in esposizioni personali in varie gallerie italiane ed alcune straniere, figurando in collezioni pubbliche e private. É stato segnalato per la pittura da Piercarlo Santini nel 1979 e da Marcello Venturoli, nel 1982, per il catalogo Bolaffi. Compatibilmente con l'impegno scolastico, la sua inquietudine temperamentale e il bisogno di conoscenza diretta della pittura moderna lo portano a compiere ripetute escursioni studio tra il 1956 e il 1967 in Europa e, più recentemente, negli USA a New York, dove ha abitato e visita musei di arte moderna e contemporanea, gallerie e mostre storiche delle avanguardie; così avviene anche in Italia, con le fitte diramazioni dei vari soggiorni e viaggi: sono queste occasioni fondamentali per la sua maturazione artistica. Frequenta Milano, Firenze, spesso è a Bologna, Torino e Venezia, più lungamente a Roma dove, nel 1958, stringe amicizia con Franco Gentilini e nel 1964 con Aldo Calò. Da queste occasioni ha l'opportunità di acquisire una complessa e significativa rete di informazioni e fare scoperte formative sorprendenti per l'evoluzione del suo percorso, a contatto con la visione delle elaborazioni di quegli artisti che maggiormente ha ammirato e sui quali circoscrive le proprie convinzioni: Soutine, Giacometti, Bacon, Völz, Hartung, Dubuffet, Klein, Vedova e la Scuola di New York. L'incontro con la loro formidabile forza espressiva gli consente di penetrare un'altra realtà che apre piste insospettabili al suo operare, rivelandogli il senso di un'idea diversa della modernità, forse meno compiuta, ma — certo — più palpitante e vitale. La lezione che apprende, a vario titolo, da questi maestri lascerà in lui tracce indelebili nel profondo del suo animo. Durante questo lungo arco di tempo, con metodo esigente, sviluppa articolate ricerche, studi, sperimenta idee, affinando i propri mezzi che gli permettono la molteplicità dei materiali impiegati per le opere dal 1959 al 1963, come — più recentemente — nel 1999; negli altri momenti, cambiando procedimento di lavoro, adopera i colori tradizionali della pittura. Produce gruppi di tele riferibili a precise tematiche che, in alcuni casi, segue per anni cercando una sua personale identità, con confronti continui con le tendenze e le correnti pittoriche che si sono succedute nella nostra epoca a partire dagli anni Cinquanta ad alcune delle quali, condividendone caratterialmente lo stesso clima espressivo, dopo il momento della formazione giovanile, in parte aderisce, muovendo dal Naturalismo, che interpreta dal 1956 al 1958 per passare poi all'Astratto Geometrico dal 1958 al 1960, all'Informale dal 1960 al 1965, alla Nuova Figurazione dal 1965 al 1977, al Surreale e al Fantastico comprendendo due periodi: L'Epopea del Jazz dal 1977 al 1982, I Teatri di posa dal 1982 al 1989; continua poi con il Neo figurativismo dal 1990 al 1997, il Naturalismo — Espressionismo dal 1999 ad oggi. Nel 2011 è stato invitato da Vittorio Sgarbi, con due opere, alla 54^ Biennale di Venezia "Lo Stato dell’Arte”, a Torino, Padiglione Italia — Sala Nervi (19/12/2011 – 28/02/2012). Nel 2012 Giorgio Grasso, coordinatore della Biennale di Venezia, l'ha chiamato a partecipare, insieme ad altri artisti italiani, ad un ciclo di trasmissioni televisive, da lui condotte, sull'arte contemporanea.